SEO 3.0: la semantica e l’usabilità al centro di Google

SEO 3.0: la semantica e l'usabilità al centro di Google

 

Lavorare per il posizionamento sui motori di ricerca, oggi, significa prima di ogni altra cosa ragionare come ragiona Google, che a sua volta fa di tutto per ragionare come l’utente. Applicando, come quando andavamo a scuola, la proprietà transitiva, per fare felice Google occorre fare felice l’utente, ponendo il focus sulla semantica, sulle esigenze dell’utente, sulla creazione di impalcature web che pongano l’usabilità al centro delle preoccupazioni.

SEO e semantica

Si parla da anni, ormai, di segnali sociali e di social proof (riprova sociale) come nuove, incessanti molle che sospingono in alto il posizionamento di una pagina web. In realtà, la SEO semantica oggi è una realtà tutta da dimostrare nella sua efficacia. Ciò, però, non significa in alcun modo che non ci sia nulla di vero, anzi. La logica da seguire è quella, e va concretizzata nella redazione dei contenuti, nella struttura del sito web, nell’idea stessa di realizzare qualcosa che ponga l’utente al centro delle preoccupazioni. Perché dovrei scrivere, ad esempio, una guida su come cambiare le gomme dell’auto? Cosa vuole sapere, davvero, un utente che digita su Google la keyword “come montare gomme auto”? Quali sono le sue difficoltà, i suoi gap conoscitivi cui porre rimedio, i dubbi irrisolti? Questo significa scrivere per l’utente.

Usabilità

La velocità di un sito, la navigabilità, l’assenza di banner invadente e che ostacolano la lettura sono segnali SEO di cui Google tiene già massimamente in considerazione. Fornire un servizio efficiente significa anche creare le condizioni perché l’utente si senta assistito e messo a proprio agio.

La qualità è un parametro ambiguo e soggettivo cui Google cerca da sempre di fornire una risposta quanto più univoca sia possibile. E lo fa anche tramite i segnali sociali: tutti noi conosciamo le policy di Google e l’importanza assegnata ai link nella creazione di trust. E cosa sono i link, se non segnali sociali inviati dalla rete? Ora però si attende uno scarto ulteriore, dopo il lancio di Penguin che ha dato una regolamentazione più severa alla link building e dopo Hummingbird che ha normalizzato l’utilizzo strutturale della semantica come parametro di assegnazione di valore; e il nuovo scarto potrebbe derivare da quei social proof che in tanti etichettano come il Sacro Graal della futura SEO e tanti altri come fantasticazioni suggestive e nulla più. Di certo c’è che Google ha ben chiaro il proprio percorso e lo ha mostrato a più riprese a SEO e non; resta da capire se e quando tutto ciò saprà davvero essere la bussola di tutto ciò che occupa i motori di ricerca.