Data breach e compromissioni della cyber sicurezza: i rischi dello smartphone

Quando si parla degli smartphone, si inquadrano, come ben si sa, dei compagni fondamentali sia delle nostre vite professionali, sia di quella privata. Come si può leggere sul blog ufficiale di Privacylab, è bene tenere gli occhi aperti anche sulla sicurezza. Dati alla mano, per i cybercriminali è molto più vantaggioso puntare su uno smartphone piuttosto che su un pc. Il motivo? Innanzitutto la maggior mole di dati presenti sui primi device.

 

In virtù della loro potenza di calcolo maggiore, infatti, vengono spesso utilizzati per archiviare informazioni preziose, legate sia alla sfera professionale, sia a quella privata. Dal momento che, se si utilizza il telefono per lavoro e se si trattano dati personali di terzi, trovarsi ad avere a che fare con una violazione di questi ultimi è tutto tranne che piacevole e necessita di un impegno non indifferente dal punto di vista della notifica al Garante.

 

Per evitare di trovarsi in queste situazioni, la cosa migliore da fare è prevenire. Se ti stai chiedendo come fare, nelle prossime righe abbiamo raccolto alcune dritte che potrebbero rivelarsi molto utili.

 

Attenzione alle app

Nel momento in cui ci si chiede come evitare attacchi cyber al proprio smartphone, la prima cosa a cui porre attenzione è l’ambito delle app. Quando le si chiama in causa, è doveroso specificare che si tratta di sistemi chiusi. L’app, come ben sa chiunque utilizzi quotidianamente lo smartphone, ha un impatto che dipende dai permessi che le si dà. Detto questo, ricordiamo che il primo passo da compiere per proteggersi dalle app pericolose prevede il fatto di scaricarle solo dagli store ufficiali, ossia Play Store e Apple Store.

 

A tal proposito, è doveroso aprire una parentesi, relativa nello specifico al fatto che, quando si parla dello store ufficiale di Android, si inquadra un contesto caratterizzato da un controllo decisamente più blando rispetto a quello che, invece, viene concretizzato in ambiente Apple. Il colosso di Mountain View, in questi anni, non è certo stato a guardare una situazione che crea non pochi problemi. A dimostrazione di ciò è possibile citare la creazione, risalente al 2019, di App Defence Alliance, un sistema nato con l’obiettivo di intercettare – e impedire – il caricamento di app malevole sullo store. Si tratta di una vera e propria diagnosi precoce, frutto di una comunicazione continua tra Big G e i suoi partner.

 

Rimanendo nell’ecosistema Android, facciamo presente un’altra particolarità sulla quale è bene soffermarsi. Di cosa parliamo di preciso? Dei file APK. Quando li si nomina, si inquadra il formato di file utilizzato da Android per distribuire le app sullo store ufficiale. I loro vantaggi sono diversi. Innanzitutto, consentono di scaricare gli aggiornamenti delle app più velocemente rispetto a quanto accadrebbe procedendo con il wireless. Attenzione, però: sono anche un riferimento per l’azione dei cybercriminali. Come si muovono di preciso? Scaricano i file APK di una determinata app, li modificano inserendo un malware e li ricaricano con una nuova veste dannosa.

 

Il consiglio per chi vuole evitare problemi di sicurezza al proprio smartphone riguarda il fatto di ricorrere periodicamente all’azione delle app che consentono di eliminare i file obsoleti dal device.

 

Conclusioni

In generale, quando si parla di protezione dello smartphone dagli attacchi dei cybercriminali il principale punto di riferimento rimane il buonsenso. Metterlo in primo piano vuol dire, per esempio, evitare di fornire i permessi alla cieca. Per capirci meglio, non ha molto senso che un’app con schemi di allenamento abbia accesso ai contatti della rubrica. Concedere questo permesso aumenta solo il rischio di avere a che fare con violazioni dei dati personali. Da non dimenticare è infine l’aggiornamento del sistema operativo, fondamentale per rendere il device meno vulnerabile.